L’Espresso analizza le carte dell’inchiesta Pandora Papers e accende le luci dei riflettori sulle (presunte) ricchezze offshore di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.
Nell’inchiesta Pandora Papers spuntano anche Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Lo riferisce l’Espresso nel fare il punto della situazione sull’indagine giornalistica venuta alla ribalta tra settembre e ottobre.
Anche Roberto Mancini nei Pandora Papers: l’aereo e lo scudo fiscale nelle carte della maxi inchiesta giornalistica
Come riferito dal settimanale L’Espresso, il nome di Mancini sarebbe legato ad una società fondata nel 2008, la Bastian. Secondo quanto ricostruito dal settimanale, Mancini nel 2008 era azionista unico della società alla quale era intestato un aereo. Un Piaggio P180 Avanti per la precisione.
Nel 2009 la società ottiene un prestito e impegna le azioni della società e l’aereo, che viene poi concesso in leasing ad una società. Sempre secondo la ricostruzione de L’Espresso, Roberto Mancini alla fine del 2009 torna in possesso della azioni della Bastian.
Ma non è tutto. L’attuale Ct della Nazionale si sarebbe mosso anche per avvalersi della possibilità di sfruttare la normativa italiana sull’emersione delle attività detenute all’estero. La possibilità in questione è la legge sullo scudo fiscale di Giulio Tremonti. Sostanzialmente una sanatoria. Vantaggiosa. In cambio del pagamento di una piccola percentuale del valore complessivo dei beni posseduti all’estero si otteneva la non punibilità dei reati tributari.
L’Espresso specifica anche di aver inviato una mail a Roberto Mancini per chiedere spiegazioni. Ma non avrebbe ricevuto alcuna risposta.
Gli affari di Vialli
Secondo L’Espresso anche Vialli avrebbe avuto affari e interessi all’estero. Il suo nome sarebbe riconducibile alla Crewborne Limited, società costituita nel 1998. Il settimanale ricostruisce una serie di movimenti economici, prestiti senza interessi e porta alla luce il legame con una società portoghese con sede a Madeira.
